Il nostro viaggio tra le bellezze della Costiera sorrentina continua…
Meta
Il piccolo borgo di Meta si trova nella parte finale della costiera sorrentina e proprio la sua posizione geografica ha dato il nome a questo luogo. Infatti, la chiesa più importante del paese, la Basilica della Madonna del Lauro, è stata costruita sui resti di un antico tempio dedicato alla dea Minerva che segnalava il punto finale della penisola. Ed è proprio la chiesa del Lauro ad annunciare ai visitatori provenienti da Punta Scutolo, l’arrivo nel comune di Meta.
Meta offre ai visitatori non solo panorami mozzafiato ma anche prodotti enogastronomici di eccellenza. L’intera costiera sorrentina, infatti, può vantare la presenza di una serie di aziende biologiche che accrescono l’importanza del territorio.
Vico Equense
Il territorio di Vico Equense è il più esteso della Penisola sorrentina perché comprende, oltre la cittadina omonima, una serie di piccoli borghi, detti Casali, posti su morbide alture fitte di agrumeti, viti ed olivi e sorti come estremo rifugio degli abitanti di queste zone.
In effetti, Vico Equense era priva di qualsiasi costruzione difensiva e per questa ragione fu preda di numerosi attacchi. Fu solo alla fine del XIII secolo che la città fu circondata da mura difensive e fu costruito il castello Giusso, una struttura militare e residenziale. La tradizione vuole che il castello sia stato edificato da Carlo II d’Angiò, con lo scopo sia di difendere il piccolo borgo di Vico Equense, sia di utilizzarlo come residenza estiva; tuttavia l’ipotesi più accreditata è che il maniero sia stato costruito dal feudatario Sparano di Bari, ottenendo anche un finanziamento dal re angioino.
Nel corso degli anni la struttura ha subito notevoli mutamenti che ne hanno alterato l’aspetto originario. Oggi viene utilizzato per cerimonie, meeting ed esposizioni d’arte. Della sua fisionomia originale rimane ben poco, solo parte della cinta muraria ed una terrazza sul mare.
Per i turisti che fanno tappa a Vico Equense vi è anche la possibilità di visitare alcuni importanti musei:
- Museo Mineralogico Campano: la struttura culturale è stata inaugurata il 22 ottobre del 1992 e costituisce uno dei musei scientifici più importanti della Regione Campania per il numero, la varietà e la rarità dei campioni esposti.
- Antiquarium “Silio Italico”: Il museo ospita circa 200 reperti di varie civilta (greca, etrusca, italiche) disposti in tre sale, testimonianza dell’antico insediamento urbano che comprende un periodo che va dal VII al III secolo a.C. Il moderno allestimento attraverso pannelli didattici ricostruisce anche le vicende della Necropoli dove, in varie fasi a partire dal 1956, sono state rinvenute circa 200 tombe.
Il territorio di Vico Equense e della Penisola Sorrentina in generale vanta una lunga tradizione di cultura cinematografica. Per tale ragione è stata allestita una mostra permanente della cultura filmica con l’intento di creare un vero e proprio “Museo del Cinema del territorio e della Penisola Sorrentina” ove sia possibile ripercorrere, attraverso centinaia di immagini, manifesti, documenti d’epoca e testimonianze multimediali, quella che appare come la vera epopea del cinema nel territorio.
L’importanza che il cinema riveste sul territorio è ulteriormente testimoniata dal Social World Film Festival, la Mostra Internazionale del Cinema Sociale, un festival che vuole coniugare la passione per il cinema dei giovani con importanti temi sociali, il tutto nella splendida cornice della Costiera Sorrentina. Quest’anno la 8a edizione si terrà dal 29 luglio al 5 agosto a Vico Equense.
Il Social World è promotore del primo ed unico monumento al cinema in Italia, “The Wall of Fame“ che raccoglie gli autografi dei grandi della cinematografia italiana ed internazionale.
Castellammare di Stabia
Castellammare di Stabia trae il suo nome dalla presenza del Castello Medievale che sorge a 101 metri di altitudine e sovrasta il paese e il Golfo di Napoli. Edificato dal Duca di Sorrento come fortezza di frontiera del suo dominio, fu restaurato da Federico II di Svevia e poi ricostruito dagli Angioini. Non più adatto alle esigenze difensive del tempo, fu rifatto e rinforzato da Alfonso D’Aragona. Ancora funzionante nei secoli del viceregno spagnolo, cominciò a declinare nel XVIII secolo.
Da quel momento non si hanno notizie esatte del Castello ma si sa solo che fu abbandonato divenendo un rudere fino agli anni 1930, quando il castello fu acquistato da Eduardo De Martino, il quale ne iniziò il restauro che fu completato dal figlio. Oggi quindi è proprietà privata e lo si può vedere solo dall’esterno o durante gli eventi che vengono organizzati durante l’anno.
Una curiosità divertente che riguarda il territorio sorrentino coinvolge il munaciello o monaciello, uno spiritello leggendario del folclore napoletano, di natura sia benefica che dispettosa, che viene generalmente rappresentato come un ragazzino deforme o una persona di bassa statura.
La figura del munaciello è molto radicata nella cultura di Castellammare di Stabia. Basti pensare che gli è stata intitolata una strada, «via Monaciello», poiché si dice che in tale luogo egli apparisse per aggredire i malcapitati di passaggio, approfittando del calar della notte.
La grotta di San Biagio, originariamente dedicata ai santi Giasone e Mauro, è situata ai piedi della collina di Varano. Secondo studi recenti questo Ipogeo, cioè costruzione sotterranea, fu utilizzata dai romani per la costruzione delle loro ville di otium. Difatti questa grotta è costituita da materiale tufaceo, quindi, in origine, avrebbe potuto essere una grotta naturale, ampliata dai Romani per l’estrazione del tufo da costruzione. Secondo un’altra ipotesi, invece, la grotta è nata come strada di collegamento sotterranea tra la spiaggia e la Villa Arianna, che all’epoca si trovavano a pochi metri l’una dall’altra.
Le prime testimonianze di epoca post romana risalgono al V-VI secolo. Secondo alcuni autori questa grotta di epoca romana fu trasformata, forse, dai primi cristiani in catacomba e successivamente in chiesa dai monaci Benedettini, divenendo il centro spirituale della città, arricchito al suo interno da un pregevole ciclo di affreschi di epoca altomedievale. Recenti lavori di restauro hanno svelato l’esistenza di un cimitero paleocristiano.
Tra i numerosi luoghi della cultura individuati dal MIBACT vi sono sicuramente gli scavi di Stabiae, luogo che aveva un importante ruolo strategico e commerciale già in età arcaica (VIII secolo a.C.). Il maggior addensamento abitativo va collocato tra la distruzione della città da parte di Silla (89 a.C.) e l’eruzione del Vesuvio (79 d.C.). In questo periodo, sul ciglio settentrionale del poggio di Varano, sorgono numerose ville in posizione panoramica, concepite prevalentemente a fini residenziali, con vasti quartieri abitativi, strutture termali, portici e ninfei splendidamente decorati.
Villa S. Marco prende il suo nome da una cappella dedicata a S. Marco che si trova nelle strette vicinanze. La struttura fu esplorata in epoca borbonica e riportata alla luce intorno alla metà del 1900. Essa conserva intatto il suo impianto, testimoniando il lussuoso abitare in età romana.
Villa Arianna, scavata in epoca borbonica, rivela un impianto particolare, fortemente condizionato dall’andamento del pianoro su cui si erge. Della villa si conservano, tra gli altri ambienti, il triclinio, con le pitture che si riferiscono al mito di Arianna, e l’atrio dal quale sono stati staccati eleganti quadretti di figure come quello della Flora. Gli affreschi, con frequenti soggetti di miniature, rivelano la finezza e la perizia di realizzazione.
La penisola sorrentina, oltre alle numerose bellezze già citate, vanta una serie di spiagge Bandiera blu 2018, titolo che ne certifica la qualità ambientale, accrescendo il valore del territorio.
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