Il Teatro romano di Sessa Aurunca: uno degli edifici pubblici di età romana più imponenti scoperti in Campania.
Il teatro romano di Sessa Aurunca si trova in provincia di Caserta.
Costruito nel I secolo d.C., e restaurato sotto Antonino Pio già nel II secolo d.C., in seguito fu abbandonato e progressivamente sepolto sotto il terreno fino agli anni ’20 del XX secolo, quando iniziarono i lavori, interrotti a causa della seconda guerra mondiale e ripresi solo nel 1999.
Oggi il sito è completamente restaurato ed in buone condizioni. È uno degli edifici pubblici di età romana più imponenti: è, infatti, il secondo teatro romano più grande della Campania, dopo quello di Napoli.
Storia
La costruzione del teatro romano di Sessa Aurunca risale all’impero di Augusto, nel I secolo d.C. Fu ristrutturato già nel II secolo, probabilmente in seguito ad un terremoto, sotto il regno di Antonino Pio.
Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, il teatro andò in disuso, anche a causa di un altro terremoto avvenuto nel IV secolo, che causò il completo abbandono dell’edificio.
Il primo ritrovamento del teatro avvenne nel XII secolo, ma fu usato come fonte di materiale di spoglio per la costruzione del duomo e di altri edifici.
Dopo la fine dei lavori per la cattedrale, la vegetazione ebbe definitivamente la meglio e la struttura scomparve per altri otto secoli. Fu nel 1926 che l’archeologo Amedeo Maiuri cominciò gli scavi, interrotti, poi, a causa della seconda guerra mondiale. Bisogna aspettare il 1999 per la ripresa dei lavori, che terminarono nel 2003.
Adiacente al teatro si trova un criptoportico risalente circa all’età sillana. Anche la sua storia è abbastanza travagliata, in quanto fu parzialmente scavato nel 1926 per poi essere completamente abbandonato; a differenza del teatro, però, i lavori definitivi di recupero e restauro sono terminati solo nel 2014.
Descrizione
Il teatro fu costruito su di una collina per sfruttarne la naturale inclinazione. A differenza di altri teatri antichi, infatti, quello di Sessa ha un impianto più vicino al greco che non all’italico, avendo gran parte della cavea appoggiata al banco tufaceo.
La cavea misura circa 110 metri di diametro ed è superiormente impostata su gallerie, con tre ordini di gradinate che potevano ospitare da 7000 a 10000 spettatori.
L’edificio era coperto da un velarium, usato per proteggere gli spettatori dal sole, e di cui oggi conserviamo resti della struttura di sostegno, lunga 40 metri ed alta, in origine, 24 metri.
Nonostante le opere di spoliazione, sappiamo che il teatro era ricco di marmi. La scena, infatti, costituiva un vero e proprio museo a cielo aperto dove gli artisti usarono molte qualità di marmi per realizzare le decorazioni architettoniche, costituite da fregi, architravi e capitelli.
Anche le colonne furono realizzate con cinque diverse qualità di marmi colorati, provenienti dalle isole greche, dalla Numidia e dall’Egitto, mentre gli architravi ed i capitelli vennero scolpiti in marmo bianco proveniente da Carrara e da Atene.
Alle spalle dell’edificio scenico si sviluppava la porticus pone scaenam, per la sosta degli spettatori negli intervalli degli spettacoli. Ai lati di essa sorgevano due aule a pianta basilicale di cui quella a Sud affrescata e dotata di ninfeo, e quella a Nord con crpyta e collegata alla viabilità extraurbana. Addossata ad essa fu costruita nel III secolo d.C. una latrina con pavimento tessellato e pareti a rivestimenti marmorei.
Criptoportico
Adiacente il teatro, sulla terrazza ad Ovest della città, sorge il Criptoportico, di età silana. Non è ancora chiaro quale fosse il suo utilizzo, ma si presuppone che venisse usato dagli attori per spostarsi da un luogo all’altro.
Il criptoportico si articola in tre bracci, divisi in due navate separati da file di pilastri e coperte da volte a botte, illuminate da finestre. Le pareti conservano il rivestimento in stucco bianco con membrature architettoniche a rilievo, su cui sono incisi interessanti grafiti con nomi di poeti e versi virgiliani. Per questo motivo, alcune ipotesi suggeriscono un ulteriore uso del criptoportico come scuola o Gymnasium.
Durante gli scavi numerosi sono stati i ritrovamenti. In particolare sono state rinvenute numerose statue, alcune quasi integre, e sculture. Tra le statue quattro sono visibili presso il Castello Ducale. Inoltre, sono state rinvenute diverse iscrizioni dedicatorie e commemorative.
Attualmente il teatro è visitabile durante alcune giornate o eventi, come ad esempio le giornate gratuite dell’iniziativa Domenica al museo. I luoghi che aderiscono possono essere consultati sul sito del MIBACT.
Nonostante sia stato riscoperto poco tempo fa, il teatro romano di Sessa Aurunca costituisce un esempio importantissimo della nostra storia. Con i suoi marmi colorati, i suoi spalti e le sue colonne, il teatro ci trascina nella stessa atmosfera di 2000 anni fa: una bellezza senza tempo.