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MUSA: Museo degli Strumenti Astronomici di Napoli

MuSA: Museo degli Strumenti Astronomici di Napoli

Sapevate che a Napoli c’è l’unico museo dell’Astronomia del sud Italia aperto alle visite? Scopritelo con noi, in un viaggio nel cielo tra stelle, telescopi e tanto altro: oggi vi portiamo al MuSA!

I musei da sempre sono i raccoglitori della nostra storia e civiltà. Proprio per questo, oltre i più classici musei d’arte, è utile visitare anche quelli ad altro indirizzo: zoologico, naturalistico, scientifico, sono solo alcuni esempi.

Tra i musei scientifici presenti nella nostra regione, oggi vi portiamo alla scoperta del MuSA, il Museo degli Strumenti Astronomici.

Inaugurato nel 2012 il MuSA è l’unico museo dell’Astronomia pubblico del centro e sud Italia aperto ai visitatori.

La collezione è una testimonianza unica dello sviluppo dell’esplorazione astronomica portata avanti dall’Osservatorio di Capodimonte, costituendosi come bene storico e culturale di tutta la ricerca effettuata nei secoli.

Ma come è nato lo studio dell’astronomia a Napoli?

Nel 1735 Carlo di Borbone, appena divenuto re di Napoli, volle dare una svolta alla città, puntando al progresso della scienza e ad una conseguente ripresa economica. Dunque, approvò la Riforma dello Studio napoletano che inseriva, per la prima volta,  nel programma delle scuole superiori la cattedra di astronomia e nautica.

Astronomia e nautica erano strettamente collegate: si osservava il cielo per orientarsi in mare. L’obiettivo era quello di migliorare le tecniche di navigazione delle nuove generazioni, iniziandoli all’astronomia, allo scopo di potenziare la flotta navale.

In città, però, mancava un luogo dove osservare gli astri: sebbene esistessero diversi piccoli osservatori privati, non c’era un luogo deputato esclusivamente a questa funzione. L’assenza di un osservatorio astronomico era una lacuna molto grave per Napoli, che così non poteva davvero mettersi in pari con le altre città europee.

Finalmente nel 1791 il re Ferdinando IV ordinò la costruzione di una specola, un edificio destinato a sede di un osservatorio astronomico, scegliendo come luogo il Palazzo dei Regi Studi, ora Museo archeologico. Purtroppo i lavori non vennero mai conclusi.

Bisognerà attendere l’arrivo al governo dei francesi che si prodigarono per il progresso delle scienze e della cultura: Il re Gioacchino Murat fondò, nel giro di pochi anni, l’Orto Botanico, il Museo Zoologico e, nel 1812, l’Osservatorio Astronomico, poi inaugurato nel 1819.

Oggi, dopo più di 200 anni, l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte può ancora considerarsi tra gli istituti più prestigiosi al mondo.

La sua visita rappresenta un’esperienza unica per il visitatore: dalla vista panoramica che può osservare dalla collina di Capodimonte, all’imponente struttura dello stesso edificio.

Ed è proprio all’interno dell’Osservatorio che è ospitato anche il Museo degli Strumenti Astronomici.

 

Il Museo degli Strumenti Astronomici dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte raccoglie tutti gli strumenti che sono stati costruiti ed utilizzati durante la storia dell’Osservatorio di Napoli.

Il MuSA conta una superficie espositiva di 400 mq e conserva circa cento oggetti, creando una collezione unica in tutto il mezzogiorno: teodoliti, cerchi meridiani, fotometri, spettrografi, cannocchiali altazimutali, strumenti di calcolo, ed altre strumentazioni che fanno ripercorrere tutti gli anni di intensa ricerca astronomica.

Otre gli oggetti sopracitati, il Museo dispone anche di molti cimeli come la prima edizione del De Reveolutionibus Orbium Coelestium di Copernico, del 1543, lo specchio costruito nel 1798 dall’astronomo che scoprì il pianeta Urano, William Herschel ed il telescopio di Fraunhofer risalente agli inizi dell’Ottocento.

La classica esposizione storica è affiancata da elementi moderni, come il “tunnel spazio-temporale” che trasporta il visitatore dall’astronomia antica alla moderna ricerca scientifica, ma anche la biblioteca virtuale, che permette di sfogliare la pagine più belle e significative dei volumi rari e di pregio che la biblioteca dell’Osservatorio custodisce.

Il Museo degli Strumenti Astronomici è inoltre impreziosito dal padiglione del cerchio meridiano di Repsold, unico esemplare in Italia ad aver conservato l’impianto originario, dal padiglione dello strumento dei passaggi di Bamberg, e da opere di artisti contemporanei che descrivono la ricerca scientifica, visibili nei giardini e nelle terrazze che circondano il Museo.

Il percorso museale, con i suoi particolarissimi strumenti, offre al visitatore un affascinante viaggio nei vari secoli di vita dell’astronomia a Napoli. Consigliamo vivamente a tutti,  napoletani e non, di visitarlo.

Non solo arte o tradizione locale: la perfezione tecnologica e l’estetica di questi strumenti vi catapulterà dritti tra le stelle!