Il patrimonio archeologico della Campania è ricco di luoghi suggestivi. Tra di essi anfiteatri e teatri rappresentano strutture che nell’immaginario collettivo si collegano immediatamente al mondo romano. Si tratta di edifici spesso di notevoli dimensioni talvolta rifunzionalizzati come nel caso dell’anfiteatro di Capua (secondo per dimensioni solo al Colosseo e di poco più piccolo) trasformato in fortezza in epoca longobarda. In altre situazioni le strutture furono adoperate come cava per recuperare materiali da costruzione.
Anche se non più visibili, in certe circostanze, possono rivelarsi attraverso la disposizione in superficie dell’abitato. Questo è il caso dell’anfiteatro di Nuceria (Nocera Superiore) oggi indagabile solo attraverso una cantina di un edificio che vi si è sovrapposto. Osservando dall’alto il quartiere che lo ospita balza subito alla vista la particolare conformazione di un tratto stradale condizionato dal vertice dell’ellisse del lato meridionale dell’edificio. Spesso le costruzioni sono poco leggibili in superficie perché inglobate da manufatti moderni come per il teatro di Napoli oggi circondato da un agglomerato di case. Ad accrescere la popolarità di queste costruzioni un grosso contributo è venuto anche dal successo di alcune pellicole hollywoodiane e dalle attività culturali che ancora oggi vengono svolte nelle costruzioni meglio conservate come per esempio da anni succede con l’arena di Verona.
In ambito campano il teatro grande e l’anfiteatro di Pompei anche quest’estate hanno accolto sugli spalti una ricca platea di spettatori entusiasti, utenti che attraverso la passione per la musica si avvicinano anche ai beni culturali. Lo scorso luglio il pianista e compositore Ludovico Einauidi si è esibito sul palco del teatro grande preceduto qualche giorno prima dai concerti di Elton John e del chitarrista dei Pink Floyd David Gilmour entrambi di scena sull’arena dell’anfiteatro di epoca repubblicana. Un successo scontato, nonostante il costo proibitivo dei biglietti d’ingresso, ma che pone in risalto la possibilità di utilizzare questi monumenti anche in modo diverso.
In linea generale nella nostra regione si contano 15 anfiteatri, 11 teatri e 2 odeon. Dal punto di vista esteriore gli odeon appaiono simili ai teatri, ma si differenziavano da essi perché coperti e di dimensioni più ridotte. Vi si praticavano esercizi di canto, rappresentazioni musicali, concorsi di poesia e di musica.
La provincia con maggiori attestazioni di anfiteatri è quella di Napoli (n. 5) seguita da Caserta (n. 4), Avellino (n. 2), Benevento (n. 2) e Salerno (n. 2). Anche i teatri sono più numerosi in provincia di Napoli (n. 4) diminuiscono invece progressivamente a Caserta (n. 3), Salerno (n. 3) e Benevento (n. 1). Gli unici odeon sono presenti in provincia di Napoli (n. 2) e se si guarda alla tradizione letteraria ciò non deve stupire. Gli edifici per spettacolo della Neapolis romana erano molto famosi e la città era considerata la custode della cultura greca e quindi anche del teatro. Tanto è vero che, come racconta Svetonio, Nerone volle debuttare proprio nel teatro della metropoli campana e nonostante un terremoto volle continuare lo spettacolo.
Non tutte le strutture, però, sono accessibili dai diversamente abili: solo un terzo degli anfiteatri è fruibile liberamente. In altri casi (⅓) l’utente non può essere autonomo e necessita di un aiuto esterno o gli è preclusa (⅓) addirittura la visita perché la struttura non è attrezzata. Solo un teatro è predisposto per la visita libera, 8 edifici compresi i due odeon possono accogliere i diversamente abili con l’aiuto di terzi.
(Questo contributo è stato realizzato con la collaborazione di Maria Anna Ambrosino, stagista per il progetto CHIS)