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Hetor: la Campania da riscoprire

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Author Archive by Maria Anna Ambrosino

cilento

Le infinite risorse del Cilento

Il patrimonio culturale del Cilento presentato a Bruxelles

Hetor sarà presente all’evento “Il patrimonio culturale della Regione Campania” che si terrà il 30 maggio a Bruxelles, organizzato dall’Istituto di cultura Bruxelles. Saranno esposti alcuni progetti di interesse nazionale ed internazionale, presentati grazie a supporti che è possibile utilizzare nel campo delle nuove tecnologie e dell’informazione.

In questa prospettiva, verrà sviluppato un focus su un’area meno conosciuta che ha intrapreso, grazie all’integrazione delle risorse dei Fondi Strutturali, una percorso originale di sviluppo, coerente con gli elementi fortemente caratterizzanti questo territorio e con le sfide della globalizzazione. Trattasi di un territorio molto esteso, che comprende gran parte del territorio a Sud di Napoli, e che rappresenta un esempio di un concreto laboratorio di innovazione istituzionale che comprende anche il buon uso dei contributi comunitari. Si tratta del Cilento, identificato dal Parco Nazionale, che ha ricevuto dall’UNESCO ben quattro riconoscimenti mondiali come Patrimonio dell’Umanità – Paesaggio culturale, che comprende (il Parco, Paestum, Elea Velia e la Certosa di Padula), Riserva della Biosfera, GeoParco UNESCO e capitale mondiale della Dieta Mediterranea, con 12 Bandiere blu lungo 100 Km di costa e due aree marine protette di prestigio internazionale che hanno portato ad sistema economico produttivo che si caratterizza per la presenza di una impresa agricola molto orientata al bio, integrata alla risorsa mare ed organizzata nel primo Biodistretto d’Italia. La strategia intrapresa è volta a integrare i vari progetti nella logica della programmazione comunitaria e a superare i particolarismi storici che caratterizzano questi territori nei quali insistono molti comuni di piccole dimensioni in un contesto ricchissimo di PATRIMONIO culturale e naturale che fanno di questa area una zona unica in Campania e nel mondo.

 

 

Visitando il Cilento è possibile scoprirne la storia, la civiltà e la cultura, ma anche la cucina tipica, che utilizza sempre prodotti del territorio che sono preparati con le ricette tradizionali di una volta, una cucina sana e di qualità nel rispetto della biodiversità e stagionalità.

Il Cilento è una terra dai mille volti che conserva i resti della civiltà greca, i ricordi classici, le rocche feudali e le torri costiere. Splendidi paesaggi naturalistici ricchi di ulivi e colline verdeggianti da un lato, dall’altro la costa con le sue insenature e ampie spiagge dorate con le limpide acque azzurre del mare.

Eppure il Cilento è ricco di tanti gioielli altrettanto preziosi, anche se meno famosi, che meritano di essere scoperti.

 

Castelli e Torri del Cilento, un fascino che attraversa 4 secoli

Il Cilento è una terra ricca di storia, cultura e tradizioni e regala ai suoi visitatori dei panorami incantevoli, come quello che si può scorgere dal colle Sant’Angelo, dove sorge il Castello dell’Abate (Castellabate), costruito intorno al XII secolo, che circonda l’intero borgo medievale. In seguito alle riprese del film “Benvenuti al Sud” che ha riscontrato notevole successo, il Castello riceve periodicamente un gran numero di visitatori e si presenta completamente ristrutturato. Esso accoglie anche una serie di manifestazioni di tipo sociale, artistico e culturale.

Tra le torri di sbarramento e di avvistamento presenti nel territorio di Castellabate, erette a difesa della città, quella meglio conservata è sicuramente la Torre della Pagliarola, oggi appartenente alla famiglia Perrotti, che ospita al suo interno eventi e manifestazioni.

L’itinerario nelle terre cilentane non può non fare tappa nella vicina Agropoli, dove troviamo un castello di antichissime origini, risalente all’epoca bizantina e conservato in buono stato. Nel corso delle varie dominazioni, la struttura ha subito notevoli mutazioni fino ad assumere l’aspetto attuale in epoca aragonese.

Il Cilento è anche terra da scoprire, dunque abbandonate i vostri mezzi perché il percorso continua verso Capaccio Vecchia per intraprendere un sentiero escursionistico sul Monte Calpazio, dove è situato un Castello risalente al X secolo. La struttura non è in ottime condizioni ma vale la pena visitarla per il panorama che si scorge dal monte.

Allontanandosi un po’ da questi luoghi ma pur sempre rimanendo nell’area cilentana, arriviamo nella località di Velia dove scorgiamo la Torre la Bruca, edificata sui resti dell’antica città greca e che nel passato costituiva il mastio di un castello del XII secolo.

Il sistema difensivo di epoca vicereale della costa cilentana conta circa 70 torri, alcune ancora in buono stato di conservazione, tra le quali:

Torre Oliva o dell’Olivo, situata a San Giovanni a Piro;
Torre Petrosa, a Vibonati;
Torre Mezzatorre o Cala delle Acque, situata a San Mauro Cilento.

 

 

Il culto micaelico tra grotte e chiese rupestri

Il Cilento è da sempre crocevia di popoli ed anche qui si sviluppò, all’alba del Medioevo, il culto dell’Arcangelo Michele.

La devozione a San Michele nelle grotte è antichissima e nella zona è molto presente. Lo dimostrano le numerose chiese rupestri a lui dedicate.

Il Monastero di San Michele Arcangelo a Perdifumo è stato importante come luogo di culto, ma anche come centro di attività economiche, palestra di educazione per i contadini che appresero tecniche nuove per l’agricoltura.

L’importanza del complesso monastico risiede nel fatto che esso, prima del 1063, anno della morte dell’ultimo egumeno, era un monastero di rito greco, la cui esistenza è ricordata in un documento risalente all’anno 963. I ruderi del complesso si trovano presso l’odierno abitato di Perdifumo, alle pendici del colle Sant’Arcangelo. La cappella fu aperta al culto fino al 1792, quando il luogo di culto fu abbandonato e trasformato in casa colonica.

A Caselle in Pittari si trovano la grotta di San Michele e la grotta dell’Angelo.

Si tratta di un complesso carsico sviluppatosi sul versante meridionale del Monte San Michele: gli ingressi delle due grotte si aprono in uno spiazzo raggiungibile tramite un comodo sentiero che parte dal centro abitato del paese. Entrambe le grotte sono dedite al culto del Santo, presentando al loro interno altari con raffigurazioni dell’arcangelo. Le grotte sono caratterizzate da intensi fenomeni di concrezionamento (stalattiti e stalagmiti), che spesso creano passaggi molto angusti ma al contempo danno vita ad ambienti da favola, davvero evocativi e incantevoli.

 

 

Nel patrimonio delle chiese rupestri cilentano troviamo un vasto assortimento di chiese rupestri, monasteri, santuari, grotte, che soddisfano i bisogni della popolazione locale, sparpagliata su un territorio molto vasto e quindi accompagnano, nella loro collocazione, la formazione degli assetti del territorio.

Tra le altre troviamo anche:
• il Santuario rupestre di Santa Maria di Pietrasanta a San Giovanni a Piro
• la Grotta di San Biagio a Camerota
• la Grotta della Madonna a Celle di Bulgheria

Teatri & Anfiteatri… non solo Paestum!

La visita può continuare tra i numerosi siti archeologici che il territorio offre. Tra questi il sito archeologico di Elea – Velia, inserito all’interno del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, insieme a quello di Paestum, costituisce uno dei fiori all’occhiello della regione e accoglie ogni anno migliaia di visitatori.

I resti dell’antica città greca si trovano nel territorio di Ascea Marina e, seppur ampiamente modificati da nuove strutture durante il Medioevo (quando venne costruito il castello), conservano ancora numerose strutture antiche. Al suo interno troviamo un tempio, un edificio con fronte porticata funzionale alle esigenze religiose e un teatro. Quest’ultimo attualmente è visibile solo in parte ma, al suo interno, ancora oggi si fa teatro: il luogo ospita l’evento VeliaTeatro, rassegna sull’espressione tragica e comica nel teatro antico.

Gli scavi di Velia sono situati in una posizione centrale rispetto alle principali località turistiche del Cilento, arricchendone l’offerta culturale, e distano circa 40 Km dall’altra importantissima città della Magna Graecia: Paestum. All’interno del sito archeologico numerosi sono gli edifici degni di nota: tra tutti, i celebri tempi dorici, in ottimo stato di conservazione, ma anche il foro, la cinta muraria, le abitazioni e l’anfiteatro.

Quest’ultimo, in particolare, fu fondato in epoca cesariana (50 a.C. circa) ed è fra gli esempi più antichi di tale genere di edifici. Costruito sui resti di una struttura preesistente, fu realizzato fino a discreta altezza per evitare l’aggressione degli animali che si esibivano nell’arena e, successivamente, fu dotato di un anello esterno costituito da una serie di arcate poggiate su pilastri in laterizio al di sopra delle quali venne posizionato il coronamento della cavea.

Attualmente l’anfiteatro è visibile solo in parte dal momento che circa un terzo è sepolto sotto la strada moderna, ma risulta comunque una delle attrazioni principali del sito.

Cilento & Prodotti Tipici: una lunga tradizione

Visitare il Cilento non significa solo scoprire natura incontaminata e bellezze architettoniche, ma anche poter assaporare bontà nate e prodotte esclusivamente in questi territori.

 

Partendo dai formaggi:

  • il Formaggio caprino del Cilento
  • la Manteca del Cilento
  • la Mozzarella nella mortella
  • la Cacioricotta caprina del Cilento

Tra la produzione di salumi spicca la Soppressata di Gioi, unico salame campano lardellato, prodotto esclusivamente nel paese di Gioi fin dal XI secolo, che sfrutta le parti pregiate e magre del suino con un condimento a base di finocchietto e peperoncino.

Sicuramente non può mancare di essere annoverato tra i prodotti tipici cilentani il Carciofo di Paestum I.G.P..

Le radici della sua coltivazione vengono fatte risalire al tempo dei Borboni, il cui ufficio statistico già nel 1811 segnalava la presenza di carciofi nella zona. Le prime coltivazioni specializzate di carciofo sono state realizzate da agricoltori del Napoletano che impiantarono loro ecotipi proprio nelle zone adiacenti ai famosi Templi di Paestum. Ma la vera e propria diffusione del carciofo nell’area cilentana risale agli anni ’30, a seguito delle opere di bonifica e di profonda trasformazione agraria apportate dalla riforma fondiaria.

L’aspetto rotondeggiante dei suoi capolini, la loro elevata compattezza, l’assenza di spine sono i principali requisiti qualitativi e peculiari che conferiscono al Carciofo di Paestum la certificazione I.G.P., caratteristiche che ne hanno consacrato anche la sua fama tra i consumatori. Difatti è uno degli ingredienti fondamentali della dieta mediterranea: molto apprezzato in cucina, viene utilizzato nella preparazione di svariate ricette tipiche e di piatti locali.

Un altro prodotto tipico del territorio è il Fico bianco del Cilento, che ha ottenuto la certificazione D.O.P., riferita alla varietà essiccata della cultivar Dottato, presente in larga parte del meridione e coltivato in tutta l’area cilentana; è riconosciuto per la sua buccia dal caratteristico colore giallo chiaro e dalla sua polpa molto dolce che lo rendono adatto all’essiccazione. Veniva utilizzato già in epoca greca, essendo stato importato da coloni greci nel VI secolo a.C., prevalentemente come cibo per i più poveri ma poi con il passar dei secoli apprezzato sempre più fino a divenire pregiato.

La ricchezza gastronomica si unisce anche alle vecchie usanze, portate avanti da un ristretto numero di pescatori che, per preservare le tradizioni del loro luogo natio, decidono di utilizzare antiche tecniche di pesca: è così che vengono pescate le Alici di menaica, nei territori del Cilento ma in particolare a Marina di Pisciotta, un piccolo borgo sulla costa, a metà strada tra Velia e Capo Palinuro.

Le alici di menaica vengono pescate nelle giornate di mare calmo quando, di sera, i pescatori escono con le loro imbarcazioni a rete, le “Menaidi” o “Menaiche”, da cui deriva il nome del prodotto. Una volta pescate e ripulite, vengono lavorate e messe ad essiccare sotto sale per poi essere vendute in caratteristici vasetti. Si acquistano al porto, direttamente dai pescatori, la mattina molto presto.

Ancora da ricordare tra le eccellenze della zona è l’olio extravergine d’oliva Cilento D.O.P. Si narra che la storia dell’olivo nel Cilento abbia radici antiche: leggenda vuole che le prime piante fossero introdotte dai coloni Focesi, una popolazione profuga di origine greca, ma recenti indagini hanno portato alla luce la presenza di piante di olivo nel territorio a partire dal IV secolo a.C.

L’ olio Cilento D.O.P. è ottenuto dalla spremitura di diverse varietà di olive, tra cui spicca la “Pisciottana”. Al gusto risulta delicato e prevalentemente dolce.

 

 

Tra D.O.C. e I.G.T. il Cilento offre tra i migliori vini d’Italia

Tra le specialità del territorio campano ritroviamo anche i vini. La Campania, infatti, ha sicuramente rappresentato uno dei primi e più importanti centri di insediamento e coltivazione della vite, e continua ad avere ancora oggi una grande importanza nel settore vitivinicolo anche, e soprattutto, nel territorio cilentano.

Numerose sono le tipologie di vino presenti sul territorio, ma solo alcune hanno ricevuto una certificazione. Si tratta, in particolare:

  • “Cilento”
  • “Paestum”

Il  “Cilento” è uno dei vini più importanti della regione Campania e ha ricevuto la sua certificazione D.O.C. (Denominazione di origine controllata) nel 1989. I suoi vini vengono prodotti a partire da vitigni Fiano, Aglianico, Piedirosso, Primitivo, Sangiovese, Trebbiano toscano, Greco e Malvasia bianca. Le tipologie del Cilento D.O.C., così, si distinguono in “Cilento” rosso, rosato, bianco, Aglianico e Fiano.

 

 

Il “Paestum” I.G.T., che ha ricevuto la sua certificazione nel 2011. Anche questo vino viene prodotto a partire da numerosi vitigni, tra i quali troviamo l’Aglianico, il Merlot, il Montepulciano, il Sangiovese, la Coda di volpe e il Primitivo, e si divide in bianco, rosso e rosato.

 

 

Numerose sono le cantine produttrici presenti sul territorio, all’interno delle quali è possibile anche fare degustazioni, inserendole in itinerari dedicati al vino e ai sapori della tradizione. Tra le tante spiccano le cantine:

  • “Alfonso Rotolo”, che produce Cilento e Paestum
  • “San Giovanni”, che produce Paestum
  • “Donna Clara”, che produce Cilento e Paestum
  • “De Conciliis”, che produce Paestum
  • “Casa vinicola Cuomo – I vini del Cavaliere”, che produce Cilento e Paestum
  • “Cobellis”, che produce Paestum
  • “Luigi Maffini”, che produce Cilento e Paestum
  • “Verrone Viticoltori”, che produce Cilento e Paestum
  • “Carmine Botti”, che produce Cilento
  • “Raffaele Marino”, che produce Cilento e Paestum

Queste solo per citarne alcune. Le aziende vitivinicole, infatti, sono tantissime e molto diverse tra loro, ma tutte con una passione in comune: i vini di qualità.

 

 

Il Cilento è tutto questo e molto di più.

L’occhio del visitatore può in un attimo spostarsi da spiagge incontaminate a paesaggi rocciosi a colline ricoperte da ulivi: qui c’è tutto ciò che si possa cercare. Ed è proprio questo il punto forte di questa zona: la varietà di opzioni che può offrire.