Castelli del Cilento, un fascino che attraversa 4 secoli
Il Cilento è una terra ricca di storia, cultura e tradizioni e regala ai suoi visitatori dei panorami incantevoli, come quello che si può scorgere dal colle Sant’Angelo, dove sorge il Castello dell’Abate (Castellabate), costruito intorno al XII secolo, che circonda l’intero borgo medievale. In seguito alle riprese di un film che ha riscontrato notevole successo, il Castello riceve periodicamente un gran numero di visitatori e si presenta completamente ristrutturato. Esso accoglie anche una serie di manifestazioni di tipo sociale, artistico e culturale.
Tra le torri di sbarramento e di avvistamento presenti nel territorio di Castellabate, erette a difesa della città, quella meglio conservata è sicuramente la Torre della Pagliarola, oggi appartenente alla famiglia Perrotti, che ospita al suo interno eventi e manifestazioni.
L’itinerario nelle terre cilentane non può non fare tappa nella vicina Agropoli, dove troviamo un castello di antichissime origini, risalente all’epoca bizantina e conservato in buono stato. Nel corso delle varie dominazioni, la struttura ha subito notevoli mutazioni fino ad assumere l’aspetto attuale in epoca aragonese.
Il Cilento è anche terra da scoprire, dunque abbandonate i vostri mezzi perché il percorso continua verso Capaccio Vecchia per intraprendere un sentiero escursionistico sul Monte Calpazio, dove è situato un Castello risalente al X secolo. La struttura non è in ottime condizioni ma vale la pena visitarla per il panorama che si scorge dal monte.
Allontanandosi un po’ da questi luoghi ma pur sempre rimanendo nell’area cilentana, arriviamo nella località di Velia dove scorgiamo la Torre la Bruca, edificata sui resti dell’antica città greca e che nel passato costituiva il mastio di un castello del XII secolo.
Il culto micaelico tra grotte e chiese rupestri
Il Cilento è da sempre anche crocevia di popoli ed anche qui si sviluppò, all’alba del Medioevo, il culto dell’Arcangelo Michele.
Alle pendici meridionali del colle Civita, vicino Padula, è situato l’eremo di San Michele alle Grottelle. Poco si sa sulle sue origini ma si è certi che questa cavità venisse già utilizzata per praticare culti ctonii, in particolare vi si venerava il dio Attis.
Il culto del Santo invece vi si diffuse in età Costantiniana, quando la fede cristiana poté esprimersi liberamente. La chiesa è costituita da un’articolata cavità rocciosa che scende a strapiombo sul fianco del colle; un cancello immette in uno spazio terrazzato, dove a sinistra sulla roccia sono cospicui i resti di affreschi databili alla fine del sec. XIV, raffiguranti la Vergine col Bambino e alcuni Santi. Entrando nella grotta vera e propria, sulla sinistra è la tomba marmorea dell’abate Bernardino Brancaccio, datata 1538.
Una statua di San Michele è collocata sull’altare mentre dietro di esso c’è un ciclo pittorico dedicato a Santiago de Compostela, ospitato in una ben conservata edicola votiva, incastonata in una rientranza della grotta.
La devozione a San Michele nelle grotte è antichissima e nella zona è molto presente. Lo dimostrano le numerose chiese rupestri a lui dedicate come:
- la Grotta dell’Angelo di Sant’Angelo a Fasanella
- il Monastero di San Michele Arcangelo a Perdifumo
- la Grotta di Sant’Angelo a Montesano sulla Marcellana
- la Grotta di Santa Croce ad Ottati
Teatri & Anfiteatri… non solo Paestum!
La visita può continuare tra i numerosi siti archeologici che il territorio ha da offrire. Tra questi il sito archeologico di Elea – Velia, inserito all’interno del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, insieme a quello di Paestum e alla Certosa di Padula, costituiscono uno dei fiori all’occhiello della regione e accolgono ogni anno migliaia di visitatori.
I resti dell’antica città greca si trovano nel territorio di Ascea Marina e, seppur ampiamente modificati da nuove strutture durante il Medioevo (quando venne costruito il castello), conservano ancora numerose strutture antiche. Al suo interno troviamo un tempio, un edificio con fronte porticata funzionale alle esigenze religiose e un teatro. Quest’ultimo attualmente è visibile solo in parte ma, al suo interno, ancora oggi si fa teatro: il luogo ospita l’evento VeliaTeatro, rassegna sull’espressione tragica e comica nel teatro antico.
Gli scavi di Velia sono situati In una posizione centrale rispetto alle principali località turistiche del Parco del Cilento, arricchendone l’offerta culturale, e distano circa 40 Km dall’altra importantissima città della Magna Graecia: Paestum. All’interno del sito archeologico numerosi sono gli edifici degni di nota: su tutti celebri tempi dorici in eccezionale stato di conservazione ma anche il foro, la cinta muraria, le abitazioni e l’anfiteatro.
Questo, in particolare, fu fondato in epoca cesariana (50 a.C. circa) ed è fra gli esempi più antichi di questo genere di edifici; costruito sui resti di una struttura preesistente, fu realizzato fino a discreta altezza per evitare l’aggressione degli animali che si esibivano nell’arena e, successivamente, fu dotato di un anello esterno costituito da una serie di arcate poggiate su pilastri in laterizio al di sopra delle quali venne posizionato il coronamento della cavea.
Attualmente l’anfiteatro è visibile solo in parte dal momento che circa un terzo è sepolto sotto la strada moderna, ma risulta comunque una delle attrazioni principali del sito.
Cilento & Prodotti Tipici: una lunga tradizione
Visitare il Cilento e il Vallo di Diano non significa solo scoprire natura incontaminata e bellezze architettoniche, ma anche poter assaporare bontà nate e prodotte esclusivamente in questi territori.
Partendo dai formaggi:
- la mozzarella di bufala campana D.O.P., rinomata in tutto il mondo, prodotta nella zona della Piana del Sele
- la Cacioricotta caprina del Cilento
- il Caciocavallo Podolico, formaggio stagionato che prende il nome dalle vacche podoliche
Tra la produzione di salumi spicca la Soppressata di Gioi, unico salame campano lardellato, prodotto esclusivamente nel paese di Gioi fin dal XI secolo, che sfrutta le parti pregiate e magre del suino con un condimento a base di finocchietto e peperoncino.
Un altro prodotto tipico del territorio è il Fico bianco del Cilento, che ha ottenuto la certificazione D.O.P., riferita alla varietà essiccata della cultivar Dottato, presente in larga parte del meridione e coltivato in ben 68 comuni dell’area del Parco del Cilento e Vallo di Diano; è riconosciuto per la sua buccia dal caratteristico colore giallo chiaro e dalla sua polpa molto dolce che lo rendono adatto all’essiccazione. Veniva utilizzato già in epoca greca, essendo stato importato da coloni greci nel VI secolo a.C., prevalentemente come cibo per i più poveri ma poi con il passar dei secoli apprezzato sempre più fino a divenire pregiato.
La ricchezza gastronomica si unisce anche alle vecchie usanze, portate avanti da un ristretto numero di pescatori che, per preservare le tradizioni del loro luogo natio, decidono di utilizzare antiche tecniche di pesca: è così che vengono pescate le alici di menaica, nei territori del Cilento ma in particolare a Marina di Pisciotta, un piccolo borgo sulla costa, a metà strada tra Velia e Capo Palinuro.
Le alici di menaica vengono pescate nelle giornate di mare calmo quando, di sera, i pescatori escono con le loro imbarcazioni a rete, le “Menaidi” o “Menaiche”, da cui deriva il nome del prodotto. Una volta pescate e ripulite, vengono lavorate e messe ad essiccare sotto sale per poi essere vendute in caratteristici vasetti. Si acquistano al porto, direttamente dai pescatori, la mattina molto presto.
Ancora da ricordare tra le eccellenze della zona è l’olio extravergine d’oliva Cilento D.O.P. Si narra che la storia dell’olivo nel Cilento abbia radici antiche: leggenda vuole che le prime piante fossero introdotte dai coloni Focesi, una popolazione profuga di origine greca, ma recenti indagini hanno portato alla luce la presenza di piante di olivo nel territorio a partire dal IV secolo a.C.
La zona di produzione e di lavorazione dell’olio Cilento D.O.P. comprende 62 comuni, tutti inclusi nell’area del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano. E’ ottenuto dalla spremitura di diverse varietà di olive, tra cui spicca la “Pisciottana”. Al gusto risulta delicato e prevalentemente dolce.
Tra D.O.C. e I.G.T. il Cilento offre tra i migliori vini d’Italia
Tra le specialità del territorio campano ritroviamo anche i vini. La Campania, infatti, ha sicuramente rappresentato uno dei primi e più importanti centri di insediamento e coltivazione della vite, e continua ad avere ancora oggi una grande importanza nel settore vitivinicolo anche, e soprattutto, nel territorio cilentano.
Numerose sono le tipologie di vino presenti sul territorio, ma solo alcune hanno ricevuto una certificazione. Si tratta, in particolare:
- “Cilento”
- “Colli di Salerno”
- “Paestum”
Il primo, il “Cilento“, è uno dei vini più importanti della regione Campania e ha ricevuto la sua certificazione D.O.C. (Denominazione di origine controllata) nel 1989. I suoi vini vengono prodotti a partire da vitigni Fiano, Aglianico, Piedirosso, Primitivo, Sangiovese, Trebbiano toscano, Greco e Malvasia bianca. Le tipologie del Cilento D.O.C., così, si distinguono in “Cilento” rosso, rosato, bianco, Aglianico e Fiano.
Il secondo vino, i “Colli di Salerno“, esiste dal 2004 e ha ricevuto la certificazione I.G.T. (Indicazione geografica tipica) nel 2011. I vini di questo tipo vengono prodotti a partire da numerosi vitigni, tra i quali ritroviamo l’Aglianico, il Barbera, il Cabernet sauvignon, la Falanghina, il Moscato bianco, il Primitivo e il Sangiovese, distinguendosi, di conseguenza, in “Colli di Salerno” bianco, rosso e rosato.
Il terzo vino, infine, è il “Paestum” I.G.T., che ha ricevuto la sua certificazione nel 2011. Anche questo vino, come i precedenti, viene prodotto a partire da numerosi vitigni, tra i quali troviamo l’Aglianico, il Merlot, il Montepulciano, il Sangiovese, la Coda di volpe e il Primitivo, e si divide in bianco, rosso e rosato.
Numerose sono le cantine produttrici presenti sul territorio, all’interno delle quali è possibile anche fare degustazioni, inserendole in itinerari dedicati al vino e ai sapori della tradizione. Tra le tante spiccano le cantine:
- “Alfonso Rotolo”, produttrice di Cilento D.O.C. e Paestum I.G.T.
- “Donna Clara” produttrice di Cilento e Paestum
- “Casa di Baal” produttrice di Colli di Salerno e Paestum
- “Casa vinicola Cuomo – I vini del Cavaliere”, che produce Cilento e Paestum
Queste solo per citarne alcune. Le aziende vitivinicole, infatti, sono tantissime e molto diverse tra loro, ma tutte con una passione in comune: i vini di qualità.
Per saperne di più…
La valorizzazione e promozione dell’area del Cilento e Vallo di Diano viene supportata e incentivata dalle PRO LOCO. Tra le associazioni più attive vi è sicuramente SviluppAgropoli che collabora, insieme al comune, alla realizzazione del festival Settembre culturale al Castello. La manifestazione si svolge all’interno delle mura del Castello angioino-aragonese di Agropoli per tutto il mese di settembre e vede la presenza di numerose personalità di spicco del mondo letterario e altri scrittori emergenti.
Accanto alle attività culturali, la PRO LOCO cerca di attivare un circuito virtuoso di soddisfazione-attrattività-valore, creando un partenariato con gli esercizi commerciali del luogo attraverso la creazione di una card che permette di godere di una serie di agevolazioni con i negozi convenzionati.
L’importanza riposta sul territorio locale passa anche da Perdifumo dove la PRO LOCO, in collaborazione con il comune, organizza due eventi legati alle tradizioni e alla cultura: Perdifumo Porte Aperte e i Mercatini Artigianali. La prima manifestazione prevede una serie di visite guidate dei luoghi storico-culturali del borgo medievale, una mostra fotografica e laboratori di musiche e danze popolari, sempre in linea con la volontà di valorizzare le tradizioni locali. I Mercatini Artigianali danno spazio alle attività di artigianato radicate nel territorio e promuovono al contempo i prodotti tipici con un percorso enogastronomico che attraversa l’intero borgo, creato ad hoc per l’occasione.
Chi dice che la cultura è fruibile solo alla luce del sole? A Padula, infatti, è possibile partecipare all’evento Le serate al Battistero organizzato dalla PRO LOCO, in collaborazione con il comune. Durante l’evento notturno è anche previsto un apericena con salumi e formaggi locali, promuovendo in tal modo non solo l’aspetto culturale ma anche quello gastronomico.
Le identità locali acquistano un più ampio respiro con le Giornate europee del patrimonio: tale manifestazione prevede il pagamento di un biglietto simbolico per l’ingresso alla Certosa dove, tra le altre attività, è previsto un percorso guidato fino all’eremo di San Michele alle Grottelle.
A Padula si ritorna indietro nel tempo in occasione della Festa per Carlo V ospitata nella Certosa di San Lorenzo: i figuranti attraversano il centro storico per raccogliere le uova destinate alla preparazione della famosa “frittata delle mille uova” e si continua con il corteo di accoglienza per l’imperatore. Il tutto sempre accompagnato da un percorso gastronomico ispirato alle prelibatezze tradizionali certosine.
L’area del Cilento e del Vallo di Diano è tutto questo e molto di più.
L’occhio del visitatore può in un attimo spostarsi da spiagge incontaminate a paesaggi rocciosi a colline ricoperte da ulivi: qui c’è tutto ciò che si possa cercare. Ed è proprio questo il punto forte di questa zona: la varietà di opzioni che può offrire.