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Top 5: I frutti estivi tipici della nostra regione

Dopo una lunga attesa, anche l’estate è arrivata. E con essa tutta una serie di prodotti tipici della nostra regione Campania da gustare.

Tra i prodotti estivi, spiccano sicuramente i pomodori, nelle numerose varietà, la cipolla di Vatolla e il fico bianco del Cilento; ma ce ne sono tantissimi altri.

In questa occasione, noi abbiamo deciso di parlarvi dei 5 frutti che annunciano a gran voce che l’estate è giunta anche in Campania.

Fico di San Mango

Il fico di San Mango, antica e pregiata varietà tipica della Campania, è un prodotto agroalimentare tradizionale riconosciuto ufficialmente dal Ministero delle politiche agricole.  La sua produzione è tipica di alcuni comuni della regione irpina: Castelfranci, Paternopoli, Caposele, Fontanarosa e, in particolare, San Mango sul Calore da cui, appunto, prende il nome.

Le piante di questa varietà maturano principalmente tra fine giugno e inizio luglio ma, grazie alla loro resistenza alle basse temperature, la raccolta dei frutti prosegue fino ad ottobre, talvolta anche fino ai primi di novembre.

Il frutto prodotto da queste piante ha una forma leggermente appiattita e si presenta con una buccia sottile, di colore giallo arancio nel momento di raccolta e diventa rosso una volta raggiunta la maturazione.  Anche l’interno del frutto è di un colore scuro, tendente al rosso, con semi numerosi e un sapore caratteristico.

Il fico di San Mango sul Calore, famoso per la sua dolcezza, è noto per essere associato al culto della Madre della Vergine.
Ogni anno, infatti, in prossimità della festa di Sant’Anna (26 luglio), si tiene la Sagra dei fichi, un evento durante il quale sarà possibile assaporare deliziose pietanze realizzate con i fichi, come conserve e mostarde.

Giallona di Siano

La percoca giallona di Siano è una varietà molto particolare del frutto commestibile prodotto dal pesco.  Come suggerisce anche il nome, la sua produzione è tipica della vallata di Siano (nota anche come “Valle dell’Orco”) e comuni limitrofi, nella provincia di Salerno.

Questa varietà di pesca presenta un frutto rotondo, di media grandezza, caratterizzato da una polpa giallo chiaro e da una buccia giallo scuro con sovracolore rosa.

La giallona di Siano, dichiarata P.A.T. dal Ministero delle politiche agricole, appartiene al patrimonio delle culture tradizionali a diffusione locale e ha rappresentato, fino al secondo dopoguerra, la base della frutticoltura campana. Tuttavia, oggigiorno, viene prodotta in quantità limitate, poiché ha dovuto lasciare il posto a prodotti ortofrutticoli più moderni.

E’ ancora possibile, però, gustarla nella zona di produzione dove, ogni anno le viene dedicata una sagra (la sagra della Percoca nel vino) durante il periodo di raccolta, che avviene tra la fine di luglio e gli inizi di agosto.

Mela Tubbiona

La mela è un frutto che presenta numerose varietà ed è fortemente destagionalizzato, poiché lo si trova tutto l’anno. Tuttavia, esistono alcune varietà che maturano principalmente a fine estate e, più precisamente, tra agosto e ottobre.

Tra queste, in Campania, spicca la Mela tubbiona, una varietà dichiarata P.A.T. tra le più antiche dell’agricoltura campana.
In particolare, la sua produzione si concentra nei pressi di Agerola, in provincia di Napoli.

Essa si presenta di medie dimensioni e di forma tronco – conica, leggermente asimmetrica. La buccia è sottile, di colore verde tendente al giallo paglierino quando giunge alla maturazione piena. La polpa, invece, è di colore bianco, con una consistenza compatta e una polpa succosa, dal sapore aromatico.

Nonostante questa varietà si coltivi sempre meno, essa resiste grazie alla sua elevata serbevolezza, che ne consente una lunga conservazione dopo la raccolta.

Pera Spadona

Altrettanto adatta alla lunga conservazione è la pera spadona, anch’essa dichiarata P.A.T.. Essa si coltiva prevalentemente nell’Italia Centro – meridionale ma la regione maggiormente interessata è la Campania, seguita dal Lazio e dall’Abruzzo. Nella nostra regione si coltiva nella provincia di Salerno e, più precisamente, nella zona dei Picentini e della Piana del Sele.

Qui, rappresenta una valida alternativa alle altre varietà di pere, come la William, a cui si avvicina per periodo di maturazione e per caratteristiche organolettiche.  La pera spadona, infatti, matura in estate inoltrata e, grazie alla sua serbevolezza, si conserva e commercia fino a Natale.

Il frutto presenta pezzatura medio – piccola dalla forma ovale – allungata; la buccia è liscia, verde chiara con sfumature rosse; la polpa, bianco giallastra, è molto succosa con un sapore mediamente zuccherino e leggermente acidulo.

La sua coltivazione è sicuramente antica, come lo dimostrano alcuni dipinti antichi: la pera spadona risulta dipinta nel viridario della casa di Marte e Venere ad Ercolano. Inoltre, è presente nel celebre dipinto di Bartolomeo Bimbi del 1696 “Natura morta con le pere dei mesi di giugno, luglio e agosto”.

Percoca terzarola

La percoca è una varietà della pesca diffusa in diverse regioni italiane, soprattutto nel centro Italia e nel Meridione. In ogni zona essa assume nomi e varietà diverse, infatti in base alla varietà essa cambia colore, da quella gialla o bianca, o addirittura rossa in alcune zone. In particolare, per percoche, si intendono quelle varietà con polpa compatta, gialla o bianca, col nocciolo saldamente aderente alla polpa.

Il suo nome deriva dal latino praecoquis che sta per “frutto precoce”, poiché, solitamente, maturano molto presto.

Si distingue, però, la Percoca terzarola, coltivata nell’area di Napoli e Caserta, che matura tardivamente, alla fine dell’estate, da agosto ad ottobre, quindi di terza epoca e, per questo “terzarole”.

La raccolta e la selezione vengono effettuate manualmente e con cautela: si usa addirittura disporre della paglia in campo per evitare danni ai frutti in caso di caduta prematura.

Di terzarole esistono diversi ecotipi: gialla, rossa, dorata e bianca. Ma la più famosa è la “terzarola col pizzo” che è caratterizzata, appunto, da un pizzo nella parte sottostante molto accentuato e che viene utilizzata per una delle bevande più apprezzate in tutta la regione: ‘o vino c’’a percoca.

Grazie alla loro polpa caratteristica, al loro profumo e al sapore intenso, però, queste P.A.T. vengono sfruttate anche per la preparazione di pesche sciroppate, succhi di frutta, confetture e marmellate.

 

In questo breve articolo, vi abbiamo voluto raccontare storia e curiosità di alcuni dei prodotti tipici estivi della nostra amata regione. Ma ce ne sono ancora molti altri. Basti pensare alle numerose varietà di pesca, di mela o di pera, all’albicocca vesuviana o al fico bianco del Cilento.
Ora non abbiamo più scuse: con tutta la varietà di frutti tipici campani, potremo mangiare ogni giorno un frutto diverso per tutta l’estate.

Maria Anna Ambrosino

Laureata in Storia e Critica d'arte presso l'Università degli Studi di Salerno. Borsista presso ISISLab all'Università degli Studi di Salerno. Social Media Manager e gestore delle attività del Progetto Hetor. Open Data specialist.

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