Il progetto che si basa sulla costruzione e l’accessibilità della conoscenza sui beni culturali è stato denominato Hetor (cuore in greco), termine legato al principio stesso della Verità così come concepita dai filosofi della scuola di Elea, oggi Velia.
Parmenide nel suo poema Sulla Natura viene condotto davanti alla Dea che gli indicherà le vie della conoscenza non prima però che la severa dea Giustizia lo lasci giungere al suo cospetto. Le parole della Dea indicano al filosofo che l’unica via efficace è la conoscenza del “cuore che non trema, della verità ben rotonda” da intraprendere con l’ausilio della ragione (sentiero del giorno) mentre percezioni ed opinioni conducono verso l’errore (sentiero della notte).
In tal senso perciò Hetor si presta a rappresentare lo scopo del progetto in quanto attributo di una “verità rotonda”, quindi perfetta e senza punti di debolezza in cui ogni elemento è equidistante dal centro. Tale verità è intesa, però, come costruzione condivisa e partecipativa della conoscenza sul patrimonio culturale, una conoscenza che, come il cuore parmenideo, si faccia viva in quanto formata da apporti diversi e che abbia in sé il germe della creazione di nuove realtà positive.